I FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei: cosa sono e come si distinguono SIF Magazine

I FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei: cosa sono e come si distinguono SIF Magazine

La ricerca ha dimostrato che alcuni sono efficaci come terapia antitumorale giacché distruggono le cellule neoplastiche e possono potenziare l’azione della chemioterapia. Si utilizzano soprattutto per il trattamento della leucemia linfatica cronica e acuta, steroidi del linfoma di Hodgkin e non Hodgkin, del mieloma multiplo, del carcinoma della mammella e della prostata. I farmaci antinfiammatori steroidei agiscono bloccando la sintesi delle prostaglandine pro–infiammatorie, responsabili di edema, eritema e dolore.

Vengono usati nella cura di diverse malattie e spesso impropriamente nel mondo del bodybuilding. L’uso improprio di steroidi è stato associato a danni al fegato, tumori e una rara condizione chiamata peliosi epatica, che prevede la formazione di cisti piene di sangue nell’organo. Il più delle volte purtroppo, gli effetti avversi gravi e potenzialmente letali vengono sottostimati, soprattutto perché possono verificarsi dopo molti anni.

  • Un ulteriore aspetto da considerare riguarda la necessità o meno di una terapia di induzione nei soggetti candidati a sospendere lo steroide dopo trapianto.
  • I fattori vasocostrittori inducono a livello sistemico ipertensione ed a livello glomerulare vasocostrizione dell’arteriola afferente con marcata riduzione del flusso ematico e della pressione di filtrazione intraglomerulare [25].
  • Ad oggi oltre 20 farmaci sono disponibili in commercio ed altri sono in fase di sperimentazione.

I glucocorticoidi vengono somministrati prevalentemente per via orale (grazie alla loro capacità di essere assorbiti a livello intestinale). Sono disponibili anche preparazioni da somministrare per via intramuscolare o endovenosa (indicate soprattutto nelle emergenze), per uso topico (pomate e creme), per uso inalatorio (aerosol, bombolette pressurizzate e spray nasali) e colliri. I glucocorticoidi agiscono principalmente controllando la glicemia (il livello di glucosio nel sangue), al fine di assicurare il funzionamento dei processi cruciali per la sopravvivenza (come la funzionalità cerebrale). Questi ormoni agiscono anche sul metabolismo dei grassi e delle proteine e tendono ad aumentare la pressione arteriosa. Sia i glucocorticoidi naturali che quelli sintetici agiscono principalmente attraverso il legame con il loro recettore chiamato, appunto, recettore dei glucocorticoidi o GR. Il GR è presente in quasi tutte le cellule del nostro organismo; in presenza dei glucocorticoidi, il GR si attiva ed entra nel nucleo cellulare, dove è in grado di controllare il funzionamento dei geni aumentando (o diminuendo) la produzione delle proteine.

Terapie e trattamenti per la sclerosi multipla

Non è comune che i malati di mieloma assumano gli steroidi per un lungo periodo, ma nel caso in cui succeda è facile prendere peso, soprattutto al viso, ai fianchi e alle spalle. In questo caso possono comparire anche altri effetti collaterali, tra cui ritenzione idrica, innalzamento della pressione e un rischio leggermente accresciuto di contrarre infezioni. La soluzione migliore al problema potrebbe essere offerta dalla sospensione (meglio precoce?) del farmaco, possibile in molti pazienti classificabili “a basso rischio immunologico”. In questi pazienti, il maggior rischio di rigetto acuto potrà essere ampiamente compensato dai benefici derivanti dalla assenza della tossicità steroidea.

  • Sebbene gli eventi avversi da farmaci (ADR) rappresentino per i FANS circa il 20-25% delle segnalazioni, il coinvolgimento renale risulta molto scarso nei database delle agenzie del farmaco nazionali.
  • In questo caso possono essere somministrati sia in bolo (in dose massiva non frazionata nel tempo) sia goccia a goccia (durata dell’infusione circa 30 minuti).
  • I glomeruli appaiono, come atteso, normali e ben conservati alla microscopia ottica, ma con estesa fusione dei processi pedicillari alla microscopia elettronica.
  • Per questo motivo è fondamentale non interromperne in maniera brusca l’assunzione; il rischio è quello di incorrere in uno stato di insufficienza surrenalica.
  • Difatti, questi farmaci vengono utilizzati anche per il trattamento di malattie di altra natura.

Questa opportunità, che però risultò molto meno praticabile del previsto, aprì un ventaglio di proposte terapeutiche che ancora oggi sono oggetto di discussioni. Sappiamo che protocolli senza steroide vengono utilizzati “solo” nel 20-30% dei pazienti, con grande differenza da centro a centro e da nazione a nazione. Non esistono dubbi sul fatto che i protocolli senza steroide aumentino il rischio di rigetto acuto, calcolato tra il 58%-77% [6], ma, nello stesso tempo, sappiamo che non riducono la sopravvivenza del trapianto, almeno entro i primi 5 e 10 anni [6-7]. Purtroppo, non riducono neppure la mortalità del paziente, come invece atteso, vista la riduzione significativa di alcuni tra i principali fattori di rischio di malattia cardiovascolare (diabete, ipertensione, dislipidemia), sempre segnalata in questi casi [7]. Partendo da queste evidenze, ritengo che i protocolli senza steroide, oggi debbano porsi come unico obiettivo principale quello di evitare i noti effetti collaterali, al fine di migliorare la qualità di vita del paziente, migliorare la sua aderenza alla terapia e ridurre la morbilità cardiovascolare.

Steroidi anabolizzanti naturali

L’attività biologica delle PG è limitata al sito di produzione a causa della brevità dell’emivita in circolo. Esse derivano da un unico precursore fosfolipidico di membrana, l’acido arachidonico (AA), per azione catalitica della COX che rappresenta lo step limitante sul quale agisce il blocco esercitato dai FANS. L’inibizione della COX da aspirina è irreversibile, mentre quello degli altri FANS è reversibile. Sebbene gli eventi avversi da farmaci (ADR) rappresentino per i FANS circa il 20-25% delle segnalazioni, il coinvolgimento renale risulta molto scarso nei database delle agenzie del farmaco nazionali. D’altronde, come dichiarato da Bush,7 luminare della medicina respiratoria pediatrica, da una parte nessun adulto è mai deceduto per 1 cm di altezza in meno, mentre rifiutare una terapia con steroidi può avere effetti anche fatali.

Le terapie dell’attacco si usano in presenza di ricadute e si basano sull’uso dei farmaci steroidei (cortisonici), in particolare del metilprednisolone, sfruttandone l’effetto antinfiammatorio. Numerosi studi clinici hanno dimostrato che gli steroidi abbreviano la durata dell’attacco, riducendone anche la gravità, sebbene la risposta al cortisonico sia variabile da individuo ad individuo e da ricaduta a ricaduta. Una revisione sistematica di 29 studi12 ha confermato l’efficacia dello steroide inalatorio nel bambino con wheezing ricorrente in età prescolare con riduzione fino al 40% delle riacutizzazioni. Pertanto, oggi, l’indicazione a mettere in terapia di fondo con steroide un bambino con wheezing ricorrente in età prescolare non è tanto il fenotipo quanto la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni.

Vie di somministrazione dei corticosteroidi

La condizione di iperuricemia è ancor più favorita in pazienti che hanno subito l’impianto di un organo da donatore (14)(15). Nonostante la iperuricemia, gli episodi di gotta infiammatoria come effetto avverso di terapie diuretiche a lungo termine, è raramente osservabile. C’è una correlazione tra iperuricemia e lo sviluppo di tofi (deposizione di acidi urici intra o extra articolari che causa i tipici sintomi infiammatori). Tale conseguenza avversa ha spinto diversi ricercatori a suggerire un intervento farmacologico parallelo, basato sulla riduzione degli acidi urici, in pazienti che non possono rinunciare ai diuretici (5). In tali condizioni di rischio l’ipoaldosteronismo iporeninemico indotto dai FANS determina uno stato di acidosi tubulare di tipo 4 (RTA-4) che si manifestano con severi quadri di iperkaliemia in pazienti suscettibili [49].

Di solito si somministrano in compresse, ma per chi ha difficoltà di deglutizione sono disponibili in forma solubile o liquida. E’ esperienza comune che ad una stessa dose di steroide, anche se bassa, possono corrispondere effetti collaterali molto diversi da paziente a paziente. Questa evidenza dovrebbe suggerire la necessità di personalizzare la dose di steroide, esattamente come stiamo facendo con altri immunosoppressori. Purtroppo, chi si è occupato di questo aspetto ha documentato che il problema non è di facile soluzione.

L’Oxandrolone può causare dipendenza se è assunto in dosi elevate o per lunghi periodi di tempo. Sintomi di astinenza potrebbero verificarsi in caso di interruzione improvvisa del trattamento. La scelta della specifica molecole viene svolta, dal professionista, sulla base della propria esperienza e sulla storia clinica del paziente.

Pertanto, il Tacrolimus è diventato il farmaco di prima scelta in questo specifico ambito. Per quanto riguarda i farmaci antiproliferativi di associazione, tutti i protocolli proposti hanno sempre utilizzato l’acido micofenolico, che rappresenta quindi il farmaco di riferimento. In alcuni studi, tra questi anche uno italiano [39], l’Azatioprina ha dato risultati equivalenti, ma è stata comunque progressivamente abbandonata dalla maggioranza degli autori. Ad oggi, non disponiamo di studi randomizzati che abbiano valutato l’efficacia degli mTOR-I in questo specifico ambito. In secondo luogo possono determinare l’insorgenza di lesioni cutanee, lo sviluppo di debolezza muscolare oltre a cambiamenti di umore.

Qualsiasi sia la via di somministrazione è importante ricordare che il cortisone deve essere gradualmente scalato e non sospeso in maniera improvvisa. Inoltre i corticosterodi possono interagire con numerosi farmaci, andando ad interferire con la loro azione. I farmaci con i quali maggiormente interagiscono sono gli anticoagulanti, gli anticonvulsivanti, gli ipoglicemizzanti, gli antiretrovirali e i FANS. I farmaci possono essere assunti per via orale, iniettati per via intramuscolare o applicati sulla cute in forma di gel o cerotto. Definita anche ditranolo, si tratta di un composto sintetico derivato dall’acido crisarofanico.

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